La street art araba, gli esempi di Giordania e Marocco

La street art sta cambiando il mondo arabo e sta portando nelle sue città sempre più benefici e visibilità. Seguiteci in questo articolo in cui viaggeremo tra Nord-Africa e Medio Oriente alla scoperta di come in alcuni paesi la violenza è stata neutralizzata dall’arte e dai concetti che può divulgare a tutti.

Uno scorcio dei grandi murales di Amman, in Giordania.
Uno scorcio dei grandi murales di Amman, in Giordania

Le città-scrigno della street art nel mondo arabo

Nonostante in molti paesi islamici sia ancora spesso assoggettata a tematiche conflittuali sulla rivendicazione quotidiana dello spazio (vedi i “calligraffiti” in Egitto), o ad atti di resistenza politica (vedi il Muro dell’Apartheid in Palestina), i governi di Giordania e Marocco stanno dando in mano le periferie ai giovani street artists che vogliono esprimersi per reinventare il volto delle loro città.

Amman, Casablanca e Rabat sono tre città-scrigno in cui storia e arte contemporanea creano una perfetta emulsione, che ha portato al superamento di alcuni preconcetti sui murales fino ad ora parecchio vincolanti nei paesi del Medio Oriente.

Il movimento di street art araba Jo Bedu ad Amman in Georgia

Ne sanno qualcosa Michael Makdah e Tamer Al Masri, pionieri della street art ad Amman, la capitale della Giordania.  Il loro movimento, “Jo Bedu”, trasferisce nell’arte quello che è lo stile di vita errante e filosofico dei beduini, interpretando la realtà a favore della gioventù giordana e della sua volontà di cambiamento.

I giovani street artists di Amman usano la poesia e la simbologia della lingua araba come una continua fonte di immagini e creano qualcosa che nel mondo arabo non è sempre consentita, la satira politica. Le loro opere espongono infatti, anche con ironia e goliardia, dissonanze tra modernità e tradizione e lo fanno spesso con messaggi fortemente politici.

Il gigantesco murales di Miramar Muhd ad Amman

La forza espressiva di questo movimento di street art è riuscita fin da subito in Giordania a contrapporsi con quello di proteste e violenza generato nella Primavera Araba, ed ha coinvolto sempre più artisti diversi e realizzato decine di murales e artworks urbani in modo completamente legale.
Ora ad Amman è sufficiente chiedere l’autorizzazione all’autorità municipale per poter graffittare: il frutto di un graduale percorso di aperture e riforme messe in atto dal re Abd Allāh II per conservare la monarchia all’innesco degli eventi sovversivi del 2011.

Graffiti di Yazan Mesmar ad Amman

Perché in Giordania la street art è valorizzata?

La Giordania coopera da sempre per la pace, la tolleranza religiosa e l’accoglienza: tutt’oggi dà rifugio a 1,4 milioni di profughi siriani e in passato ha ospitato i palestinesi negli anni ’60 e i cristiani iracheni nel 1991. La politica ad Amman è riuscita a far riflettere nei graffiti i conflitti che circondano il Paese, dando grande voce alle generazioni under 30 che compongono il 60% della popolazione totale.

In questa città così cosmopolita e piena di fermento culturale, dove campanili e minareti convivono realmente – e non realisticamente – il movimento Jo Bedu ha contribuito a portare una vera e propria rivoluzione, che ha reso Amman una meta obbligata per i giovani street artists dell’Occidente e dell’Oriente.

Dove trovare i murales più belli ad Amman?

Il quartiere riqualificato Jabal Al Qalaa, sede originaria dei ritrovi degli artisti, è solo uno degli innumerevoli luoghi da visitare se vi trovate nella capitale giordana, qui ve ne suggeriamo alcuni:

  • Al Balad, il centro storico. Qui i murales giocano in simbiosi con le meraviglie della città antica, come il bellissimo anfiteatro di epoca romana.
  • Shmeisani, il quartiere chic. Qui trovate invece i graffiti più controversi e gettonati.
  • Rainbow street, la zona della movida serale. Questo forse è il luogo dove i graffiti si esprimono al meglio nei diversi temi che affrontano e nel contesto in cui operano.
Scorcio dei murales di Rainbow street, Amman

Moltissimi gli street artists che stanno cambiando volto ai quartieri di Amman: dai “veterani” SuB, WiseOne, Ahmad Mismar, KHL, OD, Hype fino ai più recenti murales di Mighetboat, Suhaib Attar, Yazan Mesmar e quelli tutti al femminile di Miramar Muh’d e di Sara Allan.

Monumentale murales di Suhaib Attar, sempre ad Amman.

L’artista spagnolo Pejac è stato “contagiato” dagli street artists della capitale giordana, nella quale è arrivato portando sui muri i suoi caratteristici interventi minimalisti, che con l’uso di spatole e bisturi disegnano forme e scene sull’intonaco delle case popolari, che riflettono su importanti tematiche sociali premiando la grande empatia e solidarietà del popolo giordano verso i profughi.

L’arte dello spagnolo Pejac sugli intonaci delle case popolari di Amman.

I graffiti in Marocco, le realtà di Casablanca e Rabat

Anche in Marocco i murales stanno ricevendo un sostegno sempre più diffuso e sistematico per la loro diffusione negli spazi pubblici. Associazioni no profit come Art’Com Sup ed EAC-L’Boulvart promuovono ogni anno dei festival di street art raccogliendo adesioni da ogni parte del mondo.
Le strade di Rabat, Casablanca, Marrakech, ma anche quelle più piccole di Essaouira e Safi sono diventate tele viventi e seguitissimi studi d’arte a cielo aperto, tra i più importanti del mondo arabo.

Murales di Millo a Casablanca

A Casablanca potrete ammirare graffiti un po’ovunque, dai vicoli di Mers Sultan al Boulevard d’Anfa, dalla vecchia medina al quartiere dell’Ospedale vi appariranno viste sull’Oceano, aree desertiche, personaggi ed elementi della cultura marocchina, tutti da scoprire.

Murales di Sitou a Casablanca

A Rabat si cerca da tempo di trasferire multiculturalità negli spazi pubblici. Questo è sfociato in un dialogo sempre proficuo tra stili artistici e approcci culturalmente diversi mossi in un grande studio sperimentale. In particolare dal 2015 il grande raduno annuale Jidar-Toiles de rue ha aumentato notevolmente il numero di murales nella capitale del Marocco, raffiguranti scene e personaggi caratteristici della vita del Paese.

Uno dei murales realizzati per il Jadir festival a Rabat

Nel mondo arabo la scena street art è solo agli inizi, ma ha già dimostrato di aver superato con successo le prove sperimentali che alcuni governi hanno promosso con lungimiranza. Le città ora si possono raccontare per quello che devono raccontare e manifestare senza paura le loro caratteristiche più incisive.

Alcuni murales per le strade di Rabat

 

Sperando che questo articolo vi abbia fatto viaggiare un po’ in questi magici luoghi e perché no, magari invogliato a passarvici una bella vacanza! Non solo troverete un vivace connubio tra street art e spazio pubblico, ma respirerete anche i ricchissimi profumi della storia e della cultura di antichi popoli.

E voi? Siete mai stati in un paese straniero dove avete trovato dei bellissimi murales che non vi aspettavate? Fatecelo sapere qui sotto nei commenti!! 🙂

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