La Street Art di Banksy torna in mostra a Milano

Con “The World of Banksy – The Immersive Experience” lo street artist nativo di Bristol, il cui nome è universalmente riconosciuto ma la cui identità è tutt’oggi celata al pubblico, torna a Milano dopo il successo dell’esposizione al Teatro Nuovo e dopo un percorso tra Parigi, Barcellona, Praga, Bruxelles e Dubai.

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Una grande mostra di street art

Milano è una vera metropoli ed è il primo posto in cui la street art si è confermata in Italia, inizialmente assumendo e ricevendo spesso connotazioni vandaliche. Ma da allora ne è passata di acqua sotto i ponti! In particolare, con l’arrivo delle opere di Banksy sulla scena dell’arte contemporanea anche il mercato ha cominciato ad apprezzare la street art, cercando però di “darle un prezzo” e uniformarla il più possibile alle proprie esigenze.

Ma come ha sempre dimostrato, l’artista inglese non ci sta a scendere a compromessi ed è proprio questo ad averlo reso celebre e amato pur restando anonimo al grande pubblico.

Perché Bansky sceglie Milano?

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Il nome stesso della mostra lo suggerisce, ma il fatto che Banksy voglia immergere completamente lo spettatore nelle sue creazioni e nelle sue riflessioni artistiche non è una novità. Ma tra le oltre 130 opere, copie dei suoi murales, ne troverete 30 mai esposte prima ed in un contesto completamente nuovo per le abitudini dello street artist.

Infatti l’esposizione si terrà a partire dal 3 dicembre presso la Galleria dei Mosaici della stazione di Milano Centrale, una tra le stazioni più belle del mondo, un luogo frequentato ogni giorno da migliaia di persone, un contesto in cui dinamicità e multiculturalità convivono freneticamente.

La scelta non è casuale, infatti lo scopo dell’artista è quello di rapire l’attenzione dell’osservatore, giocando sulle paure e i sentimenti della gente, su ciò che è il vero valore. La mostra unica e immersiva di Banksy fa riflettere su delicate domande come “a cosa diamo importanza nella società?” o “a chi appartiene l’arte?”

Le opere in esposizione

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Insieme alle riproduzioni grafiche a grandezza naturale dei murales più celebri, come “Girl with a Baloon”, “Mobile Lovers” e “Flower Thrower” potrete vedere opere inedite tra le quali “Ozone Angel”, “Napoleon”, “Steve Jobs”, “Waiting in Vain”, oltre a moltissimi graffiti realizzati da giovani street artists anonimi di tutta Europa; un’operazione di questo tipo non può che piacerci!

Sarà anche allestita una sezione video nella quale potrete approfondire il messaggio provocatorio e scandalistico dei suoi lavori fatti in tutto il mondo.

I forti messaggi della sua street art

Ne avevamo già parlato in un post totalmente dedicato al super street artist contemporaneo. I temi che Banksy solleva attraverso i suoi stencil sono l’aberrazione del consumismo, delle discriminazioni, dello sfruttamento minorile, ma anche la denuncia dei problemi sociali, degli effetti della guerra, dell’inquinamento ambientale, della manipolazione mediatica e della povertà in genere. Come potremmo non condividerlo e dargli la massima rilevanza possibile?

Oltre a questi, vi è anche la forte critica che l’artista ha da sempre espresso nei confronti del mercato dell’arte, un fattore espressivo che gli ha fatto ancor più conseguire un’enorme pubblicità.

Il documentario sullo street artist

Ma come è nato tutto? Come è riuscito Banksy a far approdare quest’arte dell’emarginazione e della trasgressione alle più importanti case d’asta? Un’ottima ricostruzione del suo percorso artistico – di certo non facile da realizzare e che vi suggeriamo di guardare – potete trovarla nel documentario “Banksy – L’Arte della Ribellione” uscito a maggio 2021 e diretto da Elio España. Ve ne consigliamo la visione!

Un film che ripercorre per intero il percorso dell’anonimo street artist anche grazie alle preziose interviste di pionieri dei graffiti e di suoi ex collaboratori come John Nation, Risk, Ben Eine, Scape Martinez e Alan Ket.

Scoprirete come Banksy abbia rivoluzionato il mondo della street art, passando dall’essere un graffittaro a malapena decente all’essere un artista concettuale dal basso profilo, differente da tutti gli altri. Inizialmente, infatti, non è stato facile per lui trovare spazio in quella Bristol che fu tra le prime città europee a creare legami tra i primi artisti “profeti in patria” della subcultura hip-hop proveniente dagli Stati Uniti.

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I contorni inediti, a mano libera, e le combinazioni cromatiche finemente ponderate dei graffiti newyorkesi erano arrivati in Inghilterra imponendosi come cultura alternativa alla rivoluzione capitalistica che il governo di Margaret Thatcher stava attuando per porre il denaro e il mercato al centro della vita nazionale.
L’atteggiamento dei primi giovani street artists è fin da subito autoritario e ciò, oltre a portar loro sempre più seguaci, li consacra come le persone più popolari sulla scena inglese degli anni ’90.

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I murales diventano il battito del polso della società, catturano quel che accade in un determinato periodo o momento: come dice lo stesso Banksy, nel suo libro Banging Your Head Against a Brick Wall: “…I graffiti hanno dato inizio a rivoluzioni, hanno fermato guerre, e sono la voce delle persone che non sono ascoltate. I graffiti sono uno dei pochi strumenti che hai quando non hai quasi niente, e anche se non ti inventi un’immagine che risolva la povertà nel mondo, puoi far sorridere qualcuno mentre sta pisciando…”

Un modo nuovo di fare arte

Banksy ha rivoluzionato il mondo della street art con la sua eccezionale mano libera, con i suoi stencil di incredibile fattura e di veloce realizzazione, con la sua intelligenza nello scegliere il posizionamento delle opere per renderle più visibili nei grandi spazi pubblici.

Con il suo giocare “al gatto e al topo” ha cambiato per sempre il mondo dell’arte, introducendo concetti mai visti prima: le sue installazioni clandestine all’interno dei più grandi musei del mondo e il suo prendersi gioco del mercato delle aste sono atti rischiosissimi e che manifestano coraggio, il coraggio di chi non vuole rinnegare che tutto è iniziato con i graffiti e il vandalismo che incarnavano nelle menti delle istituzioni.

 

Speriamo di avervi invogliato a visitare la mostra di street art alla Galleria dei Mosaici, che riteniamo davvero imperdibile. Oltre al documentario che vi consigliamo, sul nostro sito trovate un ulteriore articolo su Banksy per approfondire le opere che hanno generato la fama dello street artist più misterioso e conosciuto di sempre.

Ogni giorno cerchiamo nel nostro piccolo di promuovere l’arte contemporanea e renderla quotidiana; negli ultimi anni abbiamo realizzato tatnissimi murales su commissione promuovendo l’arte dei nostri giovani street artist! Vorremmo che anche la street art così come la giovane arte contemporane entrassero nel quotidiano di tutti! Anche in questo modo, a noi di Mostrami, piace condividere con la nostra community eventi d’arte freschissimi ed importanti, in particolare se sono sul nostro territorio! E in attesa della prossima mostra, se la lettura vi è stata utile LASCIATE UN COMMENTO!!!

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